La
notte del 29 Dicembre del 1972 il volo della eastern lines 401, lockeed
L-1011 Tristar si schiantò con violenza nelle paludi della Everglades
in Florida. A seguito dell’impatto e del ritardo dei soccorritori dovuto
all’impervietà della zona, nell’ incidente perderanno la vita 101
persone. Fra queste, i membri dell’equipaggio Bob Loft e Donald Repo.
Immaginerete dunque lo stupore dell’assistente di volo Fay Merryweather
quando l’anno successivo, a bordo del nuovo tristar 318, riconobbe il
volto pallido e afflitto di Donald Repo che la fissava dal vetro del
fornellino in cucina. La donna, allarmata e spaventata, allertò lo
scettico copilota che tuttavia dovette arrendersi all’evidenza: il
defunto tecnico di volo Don Repo era tornato su un tri-star. In quello
stesso momento, fra il terrore e l’incredulità, i due udirono una voce
appena sussurrata:”incendio a bordo“.
Non accadde nulla. Il copilota
e la Merryweather stesero rapporto dell’avvenuto nel modo più neutro
possibile intimoriti dalle reazioni dei propri superiori, includendo
però il sinistro ammonimento che avevano ricevuto. Un mese dopo a bordo
del tristar effettivamente scoppierà un incendio ad un motore, che
tuttavia non lascerà vittime per merito del pronto intervento
dell’equipaggio.
Nei mesi successivi molti membri dell’equipaggio
e alti ufficiali della eastern lines saranno protagonisti di strani ed
inquietanti incontri con i fantasmi del volo 401: ovvero con il capitano
Bob Loft e il tecnico di volo Don Repo. Il vicepresidente della eastern
lines, in volo sul 318 insieme ad altre alte cariche della compagnia
aerea, trasalì quando si avvide che nel posto affianco al suo, dove
prima non sedeva nessuno, era comparsa la triste e segalina figura del
capitano Bob Loft.
La presenza di Don Repo fu anche riportata al
pannello dei comandi, dove era occupato a verificare la strumentazione
di bordo prima della partenza, proprio come era solito fare da vivo.
Ma perché le anime inquiete di Repo e Loft non hanno mai abbandonato
quei cieli? è attestato che a seguito dell’impatto al suolo, alcuni
componenti del tristar 1011 non subirono danni. La Eastern lines pensò
bene di riutilizzarli per la costruzione di altri velivoli. Fra questi
c’era il tristar 318. La cucina del tristar 318 dove si materializzò il
volto di Don Repo era la stessa del volo 401.
I rapporti alla
Eastern lines sui fantasmi del volo 401 si fecero sempre più frequenti,
al punto che le storie delle strane presenze a bordo cominciarono a
trapelare anche al di fuori degli ambienti aeronautici. Lo scrittore
John Fuller pubblicherà un libro sugli avvistamenti degli spiriti e si
beccherà una querela per danni all’immagine dalla compagnia aerea.
Gli stessi ufficiali di bordo si trovavano in vistoso imbarazzo
nell’affrontare la situazione. La flight safety foundation analizzò i
numerosi rapporti stilati sugli avvistamenti e concluse che:”(i
rapporti) sono certamente da ritenersi attendibili, essendo scritti da
piloti, ufficiali e assistenti di volo di ottima reputazione che non
avrebbero alcun vantaggio ad arrecare un danno solamente a se stessi“. A
seguito dei numerosi disagi, la Estern lines autorizzò un esorcismo a
bordo dei propri velivoli. Un religioso gettò acqua benedetta sulla
cucina del tristar. Il viso angosciato e sinistro di Don Repo si
materializzò per un’ultima volta, supplichevole. Da quel giorno nessuno
lo vide più.
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#lecasedeifantasmi #fantasmi #spettri #mistero #misteri #paura #storiefantasmi #storie #caseinfestate
A Castelraimondo, sede dell’università di
Camerino, negli anni 50 si tenne un prestigioso corso dell’occulto
tenuto dal docente e psicologo professor Stoppolini.
Un giorno
l’uomo invitò a lezione una medium, tale Maria Bocca, per mostrare dal
vivo ai propri studenti lo svolgersi di una seduta. La macabra curiosità
dei presenti fu soddisfatta, poichè a lezione praticamente conclusa,
Maria iniziò a parlare con una voce mai udita prima:
Sono nata Rosa Menichelli. Quando
morii ero Rosa Spadoni, ma mio marito era mancato prima di me. Siamo
sepolti entrambi nel cimitero di Castelraimondo poco lontano da
Camerino. Vi chiedo soltanto questo: di aiutare altre persone, perché
anche a loro può capitare la stessa cosa che capitò a me. Due giorni
dopo che fu stilato il certificato di morte fui portata al cimitero e li
sepolta viva…“
La medium
cadde stremata al suolo, lasciando interdetti e spaventati tutti gli
allievi. Il professor Stoppolini cominciò le sue indagini ed
effettivamente scoprì che una Rosa Spadoni era morta nel 1939 per un
infezione febbrile e che poi era stata sepolta al cimitero di
Castelraimondo. Riuscì quindi ad ottenere le autorizzazioni per far luce
sul mistero: qualche giorno dopo si recò al cimitero insieme agli
studenti, un fotografo e degli operai per dissotterrare la salma. Le
vanghe spalarono via il terreno e portarono alla luce, dopo 11 anni, la
bara di Rosa Spadoni. Quando essa venne aperta svelò un orrore che le
parole della medium avevano appena preannunciato: lo scheletro della
donna era in posizione supina, con le ginocchia piegate nel tentativo di
aprire il coperchio. Le dita erano infilate in bocca. L’elemento più
sconcertante furono i graffi con le unghia rinvenuti sull’interno del
coperchio della bara, a testimonianza dello strazio che la povera Rosa
aveva patito prima di morire, nel disperato tentativo di fuggire dalla
sua tomba/prigione.
I patologi corressero il certificato di morte e scrissero che, effettivamente, Rosa Spadoni- Manichelli era stata sepolta VIVA.
Le fonti di questa storia sono quelle di Nigel Blundell e Roger Boar.
Difficile reperire altre informazioni, tuttavia Castelraimondo è un
paesino di poche migliaia di abitanti, dove, se tutto ciò corrisponde a
realtà, troverete ancora oggi la tomba di Rosa Manichelli e alcuni
vecchi testimoni diretti di questo sconcertante episodio
FONTE-->
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Manchac, conosciuta anche come Akers, è un remoto villaggio di
pescatori a sud est nel territorio della Louisiana. Si trova in un
piccolo lembo di terra fra il lago Pontchartrain e il lago Maurepas, a
poche miglia dalle città di New Orleans e Mandeville. Il Manchac bridge,
il terzo ponte più lungo del mondo, collega le due cittadine con la
comunità di Manchac.
Akers è principalmente nota per la sua palude che rientra nella lista dei 10 luoghi più spaventosi del pianeta. La Manchac
swamp, simpaticamente nota col nome di “palude dei fantasmi”, ha
infatti un background sinistro e triste. Nel 1915, nel territorio in cui
oggi si estende la palude, sorgevano 3 piccoli villaggi. In uno di
questi si trovava tale Julie Brown, una sorta di fattucchiera che
secondo le leggende popolari, negli ultimi giorni della sua vita, era
solita strimpellare un motivetto il cui testo faceva più o meno così:
“io sto per morire, ma porterò tutti voi via con me”.
Se sull’esistenza di Julie Brown al momento è complicato reperire
notizie certe, le cronache dei giornali dell’epoca (in particolare il
Picayune times, quotidiano della Lousiana) e le testimonianze dei
sopravvissuti sono comunque attendibili e ben dettagliate a riguardo
dell’uragano che colpì Manchac, spazzando via case e oggetti e uccidendo
più di 50 abitanti nella zona. L’uragano, in tutto il territorio della
Lousiana, causò quasi 300 vittime.
La palude fu abbandonata e
divenne un cimitero. Ancora oggi, fra i cipressi, è possibile
intravedere le lapidi dove sono seppelliti gli sfortunati abitanti di
Manchac. L’aurea che avvolge l’intera zona è spettrale e la sua
esplorazione non è qualcosa che può essere organizzata in maniera fai da
te: il territorio è habitat di grandi coccodrilli, serpenti e animali
velenosi, pertanto avventurarsi da soli senza la giusta guida può essere
molto pericoloso.
fonte-->
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#lecasedeifantasmi #fantasmi #spettri #mistero #misteri #paura #storiefantasmi #storie #caseinfestate
Lo Stull cemetery si trova in pieno Kansas, tra le cittadine poco note
di Lawrence e di Topeka ed il lago Clinton. Data la fama e le storie che
si sono venute a depositare qui nel tempo il cimitero ha acquisito
molti nomi, tutti di pessimo marchio: “settima porta dell’inferno“,
“cimitero dei dannati“. Sì, perché all’interno dello Stull cemetery si
dice che il diavolo in persona faccia due visite durante l’anno, la
prima accade durante la primavera e la seconda nella notte di Halloween.
Le curiosità sullo Stull cemetery hanno avuto inizio con un articolo
scritto da alcuni studenti sul giornale della University Kansas nel
1974, in cui venivano riportati fatti relativi a presenze “oscure” sia
nel cimitero che nella chiesa annessa; l’articolo si concludeva con la
possibilità che lo Stull cemetery fosse uno dei due luoghi al mondo in
cui il diavolo compiva personalmente una visita durante un preciso
giorno del calendario.
I cittadini si trovarono subito contrari e
dichiararono di non aver sentito mai le storie che gli studenti dissero
di aver appreso dai loro nonni, fatto sta che da quell’anno una folla
sempre più numerosa di curiosi cominciò a recarsi al cimitero durante la
notte di Halloween, e lo fa fino ai giorni nostri, tanto che la polizia
del luogo è stata costretta negli ultimi tempi a vietare l’accesso al
cimitero, onde evitare danneggiamenti al sito e possibili incidenti.
Invero nulla venne mai fatto per allontanare il triste alone che
avvolge il cimitero e nulla venne mai tentato per riparare la chiesa,
che risulta inutilizzata almeno fin dal 1922, e che subì numerosi danni
nel corso del tempo, tanto da ridursi ad uno sventrato e bieco rudere,
la cui presenza accrebbe notevolmente la nomea di luogo maledetto allo
Stull cemetery.
Dalla data dell’articolo fino ai giorni nostri le
storie e gli avvistamenti all’interno dello Stull cemetery sono
cresciute notevolmente; una di queste narra che il diavolo faccia visita
al cimitero una volta in inverno per visitare la tomba di una strega lì
sepolta; strana coincidenza vuole che una delle lapidi rechi il nome
“Wittich”, che ricorda molto il termine inglese strega, “witch” appunto.
Un’altra strana coincidenza vuole che il nome originario del luogo
fosse “Skull”, teschio, a causa delle ferventi attività stregonesche lì
tenutesi, e che in seguito sia stato convertito nel meno male augurante
Stull. E ancora si parla di cinque maestosi cedri che venivano
utilizzati per impiccare le streghe, oggi di questi alberi ne restano
soltanto due e coloro che li hanno visti da vicino affermano che emanano
un’aria davvero inquietante.
Tra le apparizioni diaboliche,
collegate all’attività della strega di Stull vi è quella di un bambino,
che è stato detto sia il figlio della strega e del demonio. Si dice che
di tanto in tanto questo si aggiri inquieto per il cimitero assumendo
svariate forme feline.
Appassionati studiosi sviscerarono molte
storie e leggende risalendo sempre più indietro nel tempo, arrivando
addirittura al 1850, anno della prima presenza del diavolo a Stull
coincidente con una vera tragedia. Infatti in quell’anno il sindaco del
luogo venne accoltellato in un fienile che si trovava all’interno del
cimitero. In seguito proprio sopra questo fienile fu edificata la
chiesa, che è sopravvissuta fino al 2002, quando si decise di
abbatterla. Il proprietario del cimitero e della chiesa, insieme ad
altri due persone, che lo stesso proprietario si è rifiutato di
nominare, si è mostrato contrario alla demolizione, che a quanto dicono
comunque è stata forzatamente imposta per ragioni di sicurezza, ed in
particolare proprio a causa del cedimento di una delle pareti avvenuto
qualche giorno prima dell’ordinanza.
Oggi dunque quella chiesa, di
cui rimaneva solo uno sventrato rudere fino al 2002, non esiste più, ma
lo Stull cemetery esiste ancora ed ancora esistono le sue lapidi e le
numerose folle di curiosi che ogni anno vi ricercano le tracce del
male.
fonte-->
http://enightmare.it/stull-cemetery
#lecasedeifantasmi #fantasmi #spettri #mistero #misteri #paura #storiefantasmi #storie #caseinfestate #LONDRA
Si trova nella baia di San Francisco.
Commissionata nel novembre 1943, questa portaerei ha svolto un ruolo di
primo piano nei momenti cruciali della storia statunitense. Durante la
seconda guerra mondiale distrusse 1420 velivoli, 42 navi mercantili, 10
cacciatorpedinieri, una portaerei, un incrociatore e una corazzata.
Nel maggio 1969 recuperò dopo l'ammaraggio l'equipaggio dell'Apollo 11
di ritorno dalla prima missione umana sulla luna. All'ammaraggio nel
Pacifico assistettero il presidente Richard Nixon dal ponte della Hornet e la più folta platea televisiva della storia.
La Hornet detiene anche il record di suicidi in una nave della marina
americana. Il modo più comune per suicidarsi era impiccarsi.
Un soldato giapponese Kamikaze sbagliò obbiettivo e venne catturato sopra la Hornet, morì poco dopo.
Il suo fantasma è ancora presente nella prigione, dove testimoni hanno sentito un'uomo che urlava "Help!".
L'ospedale della nave era molto attrezzato, ma molti morirono in qesto luogo.
Dei testimoni hanno visto macchie di sangue sui lettini che un tempo erano occupati dai pazienti.
fonte-->
http://viaggi.michelin.it/…/Stati_Un…/sito-USS_Hornet-Pier_3
Salem, nel Massachusetts, è il nome di un villaggio che da sempre
riecheggia nella cultura popolare e che anche ai meno informati rievoca
nella mente la storia raccapricciante dei processi alle streghe, dei
roghi e di sinistre vendette rimaste strozzate in gola, soffocate da un
cappio che forse troppo avventatamente venne stretto intorno al collo
di tante donne vittime di complotti e superstizione.
Chi fossero
veramente queste donne – e uomini – i cui nomi oggi sono incisi nel
grande libro del folklore americano e non solo, che hanno legato la loro
sfortunata esistenza a decine di leggende metropolitane da raccontare
nelle notti di Halloween, non è semplice dirlo. Chi a Salem sentenziò la
loro morte le ritenne colpevoli di stregoneria, delle megere vicine a
satana che insidiavano le giovani del villaggio. La crescente fede nella
ragione ha negli anni riabilitato la loro immagine, tramutandole da
carnefici in vittime, ma nella tradizione popolare – alimentata dalla
spinta comunicativa di Hollywood che con film come Hocus Pocus o il più
recente Salem la notte delle streghe – le donne impiccate a Salem
rimarranno streghe per sempre.
Sembra però che Salem abbia ancora
un credito da scontare. Questo piccolo villaggio, oggi abitato dai
pronipoti e discendenti di chi in passato fu artefice dei processi alle
streghe, è tormentato da sinistre visioni e maledizioni che si fa fatica
ad attribuire a coincidenze.
A Salem vi sono quattro luoghi dove
le attività paranormali e inspiegabili sarebbero particolarmente
intense. Si tratta del cimitero, della vecchia casa di uno dei giudici
del tribunale inquisitorio, di un ristorante e della collina dove nel
1692 furono eseguite le sentenze di morte.
Salem fu colonizzata
nel 1626 da un gruppo di pescatori europei calvinisti guidati da Roger
Conant, sospinti verso il Nord America dalla politica Anglicana di Re
Carlo I, avversa alle minoranze religiose del paese. La nascita dei
processi alle streghe di Salem affonda dunque le sue radici nell’Europa
calvinista pre seicentesca, la cui cultura e il cui credo attecchirono
nei nuovi insediamenti coloniali dell’intero New England, non soltanto a
Salem.
Salem era abitata da puritani, gente forte di
un’incrollabile fede che predicava uno stile di vita molto rigido. A
Salem fu bandita la musica, ad eccezione degli inni sacri, furono
proibite le danze e i festeggiamenti in luogo di Natale e Pasqua, poichè
ritenute due festività pagane. Vennero inoltre aboliti i giocattoli e
le bambole in quanto divertimenti futili. In un contesto del genere, una
donna che ardiva indossare abiti più succinti (e quando scriviamo
“succinti” non immaginatevi certamente minigonne da urlo inguinali), con
colori sgargianti come il rosso, era malvista dall’intera comunità ed
emarginata dal resto del villaggio.
Nel 1642 in Inghilterra viene
ufficialmente riconosciuto il reato di stregoneria, punibile con la
pena capitale. Si diffusero inoltre pamphlet e testi che mettevano in
guardia le masse dal demonio.
Verso la fine del 1600, Salem venne
divisa in due frazioni: Salem villaggio e Salem città, costantemente in
lotta fra loro. Questo è il clima in cui ebbe inizio la celeberrima
caccia alle streghe, che si nutrì anzitutto dell’odio fra famiglie e
delle invidie fra cittadini più e meno abbienti.
Nel 1692 a Salem
si diffuse notizia di un primo caso di stregoneria. La figlia del
reverendo Parris, Betty Parris e sua cugina Abigail Williams riportano i
sintomi di una possessione demoniaca. Le due fanciulle, all’epoca di
circa dieci anni, avevano comportamenti aggressivi nei confronti di
familiari e ospiti, si esprimevano in strani versi e contorcevano i loro
corpi in posizioni disumane.
I medici interpellati per dare una
risposta ai fatti non riscontrarono nulla di anomalo. Frattanto, anche
altre sei rispettabili ragazze del villaggio di Salem furono vittime di
questo strano seme della follia. L’ipotesi formulata dal dottor Griggs
per la prima volta fu che il diavolo avesse preso possesso delle
giovani. Ma chi aveva evocato il maligno? Secondo il reverendo Parris,
William Stoughton e William Phips, a Salem vivevano alcune donne che
praticavano la stregoneria e avevano un canale preferenziale con
l’inferno.
Venne istituito un tribunale presieduto oltre che
dallo stesso Stoughton, da Jonathan Corwin, John Hawthorne, avo del
celebre autore del romanzo “La lettera scarlatta”, Bartholomew Gedney e
altri magistrati originari del Massachussets.
Furono chiamate a
deporre al processo come testimoni proprio le ragazze che avevano
manifestato quei disturbi, fra cui: Betty Parris, Abigail Williams, Ann
Putnam e Elizabeth Hubbard. Alcune delle famiglie coinvolte erano da
sempre in aperto contrasto con altre famiglie benestanti dell’epoca, è
il caso della famiglia Putnam con la famiglia Proctor, che forse non
tanto casualmente ebbe dei propri membri fra gli accusati.
Nel primo processo alle streghe di Salem, le donne accusate di stregoneria furono:
Sarah Good, Sarah Osborne e Tituba.
Sarah Good e Sarah Osborne erano rispettivamente una senzatetto e una
donna che da più di un anno non metteva piede in chiesa. Tituba era una
schiava di colore che viveva in casa Parris, a cui la leggenda
attribuisce decine di origini differenti. Secondo il reverendo e le due
ragazze ella era una strega, sorpresa più volte a conversare
nascostamente con una misteriosa entità “ombra” ritenuta essere il
diavolo. Durante il processo Tituba non rinnegò mai queste accuse, fu
anzi lei stessa a confermare di avere contatti con il demonio e di
essere una strega. Al tempo stesso gettò infamia sulle altre accusate,
Sarah Osborne e Sarah Good, sostenendo che la Osborne vivesse con un
piccolo mostriciattolo dalla testa di donna e il corpo di animale e che
se ne servisse nei suoi Sabba.
Paradossalmente fu proprio questa
ammissione di colpa a salvare la vita di Tituba: le altre due donne
furono condannate – Sarah Good impiccata, Sarah Osborne morì in prigione
– mentre Tituba riuscì a lasciare Salem impunita, dopo aver insinuato
il germe del sospetto nell’intera comunità, ora più che mai fermamente
convinta che le streghe vivessero nascoste fra i suoi abitanti. Il suo
nome ancora oggi è avvolto nella leggenda, poichè dopo aver innescato un
meccanismo perverso di isteria, accuse e sospetti, nessuno seppe più
che fine fece.
Furono accusate e imprigionate tante persone, ma
la prima donna ad essere impiccata fu Bridget Bishop. La Bishop era una
proprietaria terriera – aveva un grande campo di mele – e possedeva una
taverna. Ad accusarla furono Abigail Williams, Ann Putnam e Mary
Walcott. Le infamie sul suo capo erano tante: era accusata di
stregoneria, magia nera, di aver sedotto tutti gli uomini del villaggio –
cosa impegnativa, considerando che la Bishop aveva superato i 60 anni
di età – e di insidiare le giovani fanciulle di Salem. Fu dichiarata
colpevole e impiccata alla Gallows Hill, i suoi resti poi vennero
malamente sepolti nella stessa area, così come quelli di tutti gli altri
colpevoli.
Nei cosiddetti mesi d’isteria di Salem costituiva
elemento probante nella formulazione di accuse di stregoneria l’evidenza
spettrale: le donne accusate dovevano effettuare la loro arringa in
tribunale alla presenza delle vittime, quasi sempre le giovani Williams,
Putnam, Parris e Walcott. Se nell’udire la voce delle presunte streghe
le ragazze avvertivano malesseri, capogiri, stati confusionali o
manifestavano crisi isteriche, svenivano o si contorcevano, la prova
spettrale era stata superata ed era dimostrato che l’accusata fosse una
strega. Durante le deposizioni delle imputate molte ragazze svennero o
furono vittime di violente crisi isteriche che convinsero i magistrati
dell’epoca della presenza del maligno in aula.
Questo metodo di
giudizio fu aspramente criticato poichè metteva addosso ai testimoni
responsabilità ancora maggiori. Non soltanto esse erano libere di
puntare il dito contro chiunque, ma tramite l’evidenza spettrale
potevano influenzare la sentenza dei giudici.
Furono accusati
donne e uomini rispettabili, i documenti dell’epoca hanno consegnato
agli annali i nomi di diciannove individui impiccati, un morto sotto
tortura e quattro decessi in prigione. La maggior parte degli accusati
erano puritani che godevano di una buona posizione all’interno del
villaggio. Rebecca Nurse ad esempio era una donna di buona famiglia,
amata e ben voluta da gran parte dei cittadini di Salem. Ma ciò a nulla
servì dinanzi le accuse di stregoneria formulate da Abigail Williams.
Il reverendo George Burroughs fu impiccato mentre recitava le sue
preghiere, cosa impossibile secondo le credenze del tempo per un uomo
legato al demonio. Tutte le impiccagioni si tennero nella Gallows Hill,
al cosiddetto “albero delle streghe”.
L’esecuzione più drammatica
e spaventosa fu però quella di un ultra settantenne contadino di nome
Giles Corey. Corey era il marito di una delle accusate, la “strega”
Martha Corey e fu a sua volta coinvolto nel processo alle streghe dalle
accuse di negromanzia formulate da Mercy Lewis, la quale asserì di
essere continuamente perseguitata dal suo spirito pervertito e blasfemo.
Prima di allora durante il processo tutti gli accusati si erano
dichiarati colpevoli o non colpevoli alla fatidica domanda posta loro
dalla corte. Corey ricorse a un espediente che gli consentiva di non
essere giudicato qualora non avesse risposto alle accuse di
colpevolezza: rimanendo in silenzio il processo non poteva essere
portato a termine e senza processo alla sua morte i suoi beni non
potevano essere confiscati ma sarebbero passati agli eredi diretti, i
suoi figli.
Nel tentativo di estorcergli la dichiarazione lo
sceriffo locale George Corwin lo sottopose a uno supplizio atroce: lo
fece distendere sul terreno antistante alle prigioni e ordinò che gli
venissero caricati addosso dei pesantissimi massi. La tortura sarebbe
proseguita fin tanto che Corey non si fosse arreso, esprimendo la sua
dichiarazione di colpevolezza. Ma questo momento non arrivò mai, anzi
alle richieste di resa dello sceriffo egli rispondeva incurante “più
peso.” Dopo due giorni l’anziano uomo morì. Due sono le leggende che si
tramandano circa il momento esatto in cui egli esalò l’ultimo respiro:
la prima ce lo descrive serafico mentre farfuglia indefesso le parole:
“più peso.” La seconda, decisamente più inquietante, lo tramanda
nell’atto di maledire lo sceriffo George Corwin in piedi difronte a lui:
“Corwin, io maledico te e Salem!“.
Nell’ottobre del 1692 il
governatore Phips, sollecitato dal parere del reverendo Increase Mather,
sottoscrive un mandato che mette fine ai processi di Salem. Il
provvedimento emanato sottolinea come la prova dell’evidenza spettrale
non sia del tutto attendibile e potrebbe mandare a morte molte persone
innocenti. Le impiccagioni avvenute il 22 settembre di Martha Corey,
Margaret Scott, Mary Easty, Alice Parker, Ann Pudeator, Willmott Redd,
Samuel Wardwell e Mary Parker furono le ultime sentenze di morte
eseguite. Nel gennaio del 1693 quarantanove persone arrestate per reato
di stregoneria vengono assolte e rilasciate.
A distanza di anni
ci sono innumerevoli domande sull’ isteria collettiva che avvolse il
villaggio di Salem. Primo fra tutti, il misterioso malessere che colse
tutte le giovani ragazze di Salem e che sembrava manifestarsi, secondo
la prova spettrale, proprio quando alcuni fra gli accusati parlavano in
loro presenza. Queste alcune fra le ipotesi principali:
-Esiste
per davvero un mondo fatto di fantasmi e ombre, ed esistono in mezzo a
noi persone in grado di comunicare con gli esseri che lo popolano.
Ancora oggi sono in molti a credere che a Salem risiedessero delle
streghe.
-Abigail Williams, una delle principali accusatrici di
Salem, negli anni ha assurto al ruolo di leggenda: l’opera teatrale “Il
crogiuolo” del commediografo Arthur Miller, la descrive come la prima
fra le streghe di Salem, dedita a Sabba e festini osceni nel bosco.
Nell’opera, per salvare se stessa e le amiche dalla pena capitale ella
avrebbe puntato il dito contro le rispettabili donne di Salem.
Aldilà della fiction, sembra che un ruolo fondamentale l’abbiano svolto
proprio le otto giovani di Salem, dalla Williams ad Ann Putnam, che
manifestarono i sintomi della possessione demoniaca. Sul finire del 1600
le ragazze conducevano una vita soffocata dai precetti del
puritanesimo, abbandonate a loro stesse e alla noia nelle grandi tenute
coloniali; i loro genitori trascorrevano lunghi periodi in viaggio,
poichè fra Salem villaggio e Salem città vi erano diverse miglia di
distanza, per non parlare di tutti gli altri centri del New England che
con i mezzi dell’epoca si faceva molta fatica a raggiungere. Loro erano
dunque lasciate da sole e l’educazione diveniva competenza di schiave
come Tituba, originaria delle Barbados, un paese dove la cultura vodoo
era fortemente sentita. In più, durante quegli anni, cominciarono a
circolare a Salem e in tutta l’America i testi di Cotton Mather, un
autore che metteva in guardia i cittadini sulla presenza del diavolo in
terra. Oltre ai testi di Mather prese spazio un filone letterario
incentrato sulla superstizione e sulla stregoneria che costituì uno dei
principali argomenti della letteratura del periodo. Qualcuno ritiene che
nella noia dei loro interminabili pomeriggi casalinghi le ragazze
cominciarono a esplorare questo mondo e ad auto-suggestionarsi. La
cultura puritana e la repressione di tutti i più naturali istinti umani
avrebbero fatto il resto, inculcando nelle loro suscettibili coscienze
la convinzione che a Salem vi fossero delle fattucchiere.
- Faide
fra famiglie. Vi erano diverse inimicizie all’interno di Salem,
soprattutto dopo la scissione avvenuta fra Salem villaggio e Salem
città, che innescò una serie di gelosie e invidie. La famiglia Parris e
la famiglia Putnam erano due fra le più influenti famiglie di fine
seicento, in guerra contro la famiglia Proctor ed altri nuclei di Salem
che rivendicavano i propri diritti. Per una bizzarra coincidenza gli
individui accusati erano quasi tutti appartenenti a famiglie in aperto
contrasto con i Parris, i Putnam e i magistrati del tribunale di Salem.
Desta inoltre stupore il fatto che gli accusati che facevano ammissione
di colpa e puntavano il dito contro altre possibili streghe venissero
rimessi in libertà. Tituba è il caso più clamoroso ma vi furono anche
altri episodi di donne date per spacciate ma che con questa strategia
riuscirono a salvare la propria vita. Tutti gli accusati che furono
impiccati si erano invece dichiarati innocenti.
- LSD. Nel 1970
uno studio condotto da Linnda Caporael evidenziò come gli effetti
riportati dalle otto giovani possedute fossero comparabili a quelli
prodotti da una droga oggi molto conosciuta: LSD. L’lsd è il più potente
allucinogeno esistente ed è un derivato dell‘ergot, a sua volta
presente nel fungo parassita conosciuto come Claviceps purpurea,
annidato nella segale e nel frumento, che cresceva in inverno nella
parte paludosa ad occidente del villaggio di Salem.
I sintomi di
un’intossicazione da LSD sono allucinazioni, attacchi epilettici,
convulsioni, aggressività e isterismo. Tutti riscontrabili nella
misteriose sindrome che colpì le otto giovani. Alla base dei processi
alle streghe di Salem potrebbe dunque esserci una fra le droghe più
potenti mai sintetizzate?
Giles Corey, l’uomo che venne
schiacciato dai massi dei suoi aguzzini per il suo rifiuto a dichiararsi
colpevole o innocente prima di morire scagliò una maledizione contro lo
sceriffo di Salem e su tutti i suoi pari grado che gli sarebbero
succeduti negli anni. Il caso volle, che il trentenne sceriffo George
Corwin, morì esattamente a distanza di quattro anni dall’esecuzione per
infarto ed emorragia interna.
Nel 1970 lo sceriffo di Salem
Robert Cahill fu costretto a rassegnare le dimissioni per improvvisi
problemi cardiaci. Incuriosito dai fatti di Salem, decise di consultare
l’albo degli sceriffi dalla morte di Corey, ed appurare se potessero
esserci delle attinenze. Portò alla luce una verità sconvolgente: Da
George Corey a lui, tutti gli sceriffi avevano avuto gravi problemi
cardiaci sul lavoro, erano morti per improvvisi malanni o dovettero
lasciare l’incarico a causa di gravi emorragie interne. La maledizione
si protrasse fino al 1991, anno in cui la stazione venne trasferita da
Salem a Middleton: da allora, gli sceriffi hanno potuto svolgere il loro
dovere di tutori dell’ordine senza più alcun problema.
Sempre il
fantasma di Giles Corey si aggirerebbe per il vecchio cimitero di
Salem. Secondo la leggenda il suo avvistamento anticiperebbe funesti
eventi. Nel 1914 il fantasma fu avvistato di notte: Proprio nel 1914 a
Salem scoppiò un incendio che si sviluppò dalla Gallows Hill’s, la
collina dove la moglie di Corey e altre 18 persone furono impiccate e
inghiottì l’intera città.
La Gallows Hill, la collina delle
impiccagioni, è un altro dei luoghi dove l’attività paranormale sarebbe
più concentrata. Strane apparizioni, lamenti notturni, voci e urla dal
nulla sono i fenomeni riportati da chi la visita. Eppure, preferiamo
prendere queste informazioni con riserva perchè quella che oggi è
considerata la collina delle impiccagioni di Salem, potrebbe non essere
stato realmente il luogo delle esecuzioni di morte. Uno studio condotto
da Sidney Perley identificherebbe nella collina della morte un boschetto
alle spalle di un supermercato. Per maggiori informazioni su questa
ricerca, se avete dimestichezza con l’inglese potete consultare questo
link:
http://www.boudillion.com/gallowshill/gallowshill.htm
Se invece vi trovate a Salem, avete appetito e volete rifocillarvi fra
un museo delle streghe e una casa maledetta, potete andare nel
ristorante dove un tempo sorgeva la taverna di proprietà di Bridget
Bishop. Sembra si mangi molto bene e in più i clienti e il personale di
servizio affermano che la Bishop di tanto in tanto torni ancora a
controllare l’andazzo degli affari. Una delle cameriere ha dichiarato di
aver visto la sua sagoma triste e afflitta, in abiti coloniali,
comparire improvvisamente a mezz’aria nella tromba delle scale che
conduce alla mansarda. I ricercatori della serie tv Ghost Hunters si
sono interessati al caso e con i loro mezzi hanno rilevato una flebile
voce di donna fra le mura della cucina. Interpellata, ella avrebbe
riferito di chiamarsi Bridget Bishop. Alla domanda “chi ti ha accusato?”
la risposta fu: “Mary“. Un nome che potrebbe coincidere con Mary
Walcott, la principale fra le sue accusatrici.
FONTE-->
http://enightmare.it/category/americanord/page/2
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Questo hotel infestato venne edificato nel 1832 dal Generale Francis
Preston, eroe di guerra, come dimora per la sua numerosa famiglia
composta da ben nove figli.
Il palazzo però rimase nelle mani della
famiglia Preston, ma fu venduto nel 1858, ad alcuni uomini di affari che
trasformarono l’immenso palazzo nel Martha Washington College. Durante
la guerra civile, questo luogo fu trasformato da college femminile in
ospedale militare. Molte delle studentesse rimasero al suo interno come
infermiere.
Soltanto dopo del tempo la struttura è stata convertita
in un hotel. Un hotel che sembra essere un luogo davvero interessante
per tutti coloro che vogliono avere un incontro paranormale. Duecento
anni di storia e una lunga fase come ospedale militare, hanno fatto sì
che in molti uomini e donne abbiano perso la loro vita tra le sue
numerose camere. Ancora lo spirito di alcuni di loro si aggira per i
corridoi, i giardini e le stanze senza trovare pace.
Un giorno un
giovane capitano, John Stufe, fu catturato e portato in questo
ospedale. Il giovane ferito venne portato nella camera 403, dove fu
affidato alla cure dell’infermiera volontaria Beth.
Tra i due scoppiò un vero e proprio amore, ma il finale della vicenda non fu affatto felice.
Sono state tramandate due versioni della loro storia, entrambe si concludono con la morte del soldato.
Nella prima versione Beth era solita suonare il violino per John Stufe,
mentre questi lentamente si spegneva. Quando un soldato confederato era
arrivato per trasferire il prigioniero, Beth gli raccontò che il
capitano era morto. Beth stessa morì poco dopo di febbre tifoidea.
Ma gli echi del suo violino sono spesso sentitI in tutto l’hotel, e gli
ospiti che soggiornano nella camera 403 hanno riferito di averla vista
ancora lì.
La seconda versione di questa storia è quasi identica,
i due si innamorarono, ma in questa versione era il giovane capitano a
suonare il violino di lei, ma la storia è collocata nella camera 217.
La gente continua a dire di aver visto il fantasma del giovane capitano
e di aver udito il suono del violino in entrambe le camere, quindi non
sappiamo con certezza quale sia la vera stanza dove questa triste storia
si verificò.
Un’altra storia di amore e di morte e collegata ad una
strana macchia di sangue che compare tra le pareti di questo hotel
infestato.
Questa storia parla di un giovane soldato confederato di
Abingdon, il quale si era perdutamente innamorato di una giovane donna
del college. Conscio dei rischi che stava affrontando, il soldato
sentiva di dover dire addio alla sua amata prima di partire per la
guerra.
Intrufolatosi nel sistema di intricate gallerie sottostanti
di Abingdon e utilizzando una scala segreta per entrare nel college, il
soldato riuscì nell’intento di raggiungere la sua amata.
Ma mentre i
due si scambiavano l’ultimo addio, due ufficiali dell’Unione salirono
la scala e li trovarono insieme. Colto in flagrante, il giovane soldato
confederato venne colpito, senza esitazione alcuna, da una pallottola di
fronte alla sua fidanzata: il giovane morì sul colpo ed il suo sangue
andò a macchiare il pavimento.
La cosa strana è che nel corso degli
anni, la macchia di sangue continua ad apparire. Nonostante i tappeti,
le numerose opere di restauro subite nel corso di quasi due secoli, la
macchia rossastra, narrano, non accenna ad andare via, ma resta quale
testimonianza di un orribile e ingiusto omicidio.
Una terza
storia relative a questo hotel è di un cavallo fantasma che aspetta il
suo padrone fuori nel giardino della struttura, ma il cavallo non vide
mai il suo padrone, perché morì nell’anno 1864.
Nelle notti senza
luna c’è chi afferma di aver visto uno spettrale cavallo aggirarsi
intorno all’hotel infestato, in attesa ancora del ritorno del suo
padrone.
La quarta storia è quella che vanta il maggior numero di
testimoni: il fantasma di un soldato zoppo è stato visto andare in giro
servendosi dell’aiuto di una stampella lasciando una scia di fango nei
corridoi dell’hotel infestato.
fonte-->
http://enightmare.it/category/americanord
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Il famosissimo museo di Londra è forse il più
grande e importante museo di storia del mondo. Fu fondato da Sir Hans
Sloane nel 1753 e fra ampliamenti e ricostruzioni oggi vanta più di 30
milioni di oggetti.Si trova in Great Russel Street e l’ingresso è
gratuito.
Al British Museum è strettamente legata la storia di
Dorothy Louise Eady, la donna che a seguito di un’esperienza post mortem
all’età di due anni, avrebbe recuperato i ricordi della sua vita
precedente, nella quale ricopriva il ruolo di amante del faraone Sety.
La sua conoscenza meticolosa di storia, usi e costumi egizi la porterà a
godere di fama e rispetto presso gli ambienti accademici, facendo di
lei una delle più illustri egittologhe del 900.
La rete ferroviaria di Londra è la
più estesa del d’Europa e la più antica del mondo. È anche un luogo da
brivido, dove vi auguriamo di non trovarvi mai a passare la notte. È
attestato che nel corso degli anni, per la sua costruzione e il suo
ampliamento, si stato necessario scavare in profondità, andando così a
smantellare le fosse comuni dove erano sepolti tutti i morti a causa
della peste del diciassettesimo secolo.
A detta dei londinesi e degli impiegati
della transport for London, l’agenzia che ha in cura la manutenzione
della rete ferroviaria, ogni stazione ferroviaria ha un proprio ospite
indesiderato. I fantasmi più celebri della “underground” londinese sono:
Stazione di Beacontree. Il fantasma di una donna dai lunghi capelli
biondi ma privo di faccia sarebbe stato avvistato da impiegati e
passeggeri più volte.
King William Tunnel. Una strana figura è
stata fotografata in un tunnel dove non c’era nessuno. Si pensa che
quella zona sia infestata dallo spirito di un uomo morto in una rissa.
Liverpool street station. Le urla di Rebecca Griffith, una donna
morta nell’ospedale psichiatrico dove ora sorge la stazione,
riecheggiano ancora a distanza di due secoli.
Central line, Bank
station. Uno dei fantasmi che annovera più apparizioni nel corso degli
anni: la suora nera, al secolo Sarah Whitehead è lo spirito di una donna
che attende ancora l’arrivo di suo fratello, giustiziato all’uscita da
lavoro.
Stazione di Farringdon. Le urla angoscianti di una
bambina sono udite dai viaggiatori in stazione. Si tratterebbe Anne
Naylor, una giovane ragazza di 13 che in quella stessa stazione è stata
uccisa dal suo datore di lavoro.
Jubilee line. Il fantasma di un monaco è stato avvistato mentre attraversava i binari.
Covent garden station. In questa stazione è stato più e più volte
avvistato lo spirito di William Terris, un attore teatrale molto in voga
sul finire dell’ottocento, accoltellato da un rivale mentre uscendo da
teatro si era soffermato ad acquistare il pane presso un fornaio dove
ora sorge la stazione.
Stazione di Aldwich. La stazione ora è
abbandonata, ma molti testimoni affermano di aver visto il fantasma di
un’attrice morta suicida.
Stazione del British Museum. Anche
questa è oggi abbandonata, tuttavia è forse la più celebre a causa del
fantasma di una mummia egizia avvistato innumerevoli volte fra i tunnel.
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Il cimitero gotico di Highgate è
situato nel quartiere di Highgate e può essere considerata una fra le
opere Vittoriane più interessanti e affascinanti di Londra. L’intento
del suo architetto, Stephen Geary, era quello di creare un’area isolata e
silenziosa, distaccata dall’ambiente urbano londinese, che garantisse
perpetuo riposo ai defunti sepolti.
Il risultato è artisticamente notevole: un parco ricco di suggestioni, adornato da alberi secolari e da
una vegetazione ricchissima, in cui trovano spazio tombe, cappelle ed
edifici in stile gotico. Fin dal suo ingresso dalla porta principale a
nord di Oakshott Avenue, il visitatore si ritroverà calato in
un’atmosfera vergine e spettrale, ricca di suggestioni.
Immaginate
di inoltrarvi in un fitto bosco, fra sentieri sterrati in cui è facile
perdersi e provate a scorgere le austere pietre tombali e gli edifici
funebri in stile gotico che emergono fra le fronde: questo è highgate,
uno straordinario connubio fra arte gotica e natura.
Il cimitero è
suddiviso in due zone: l’ala est e l’ala ovest, ma solo la prima svolge
ancora la funziona per cui è stato ideato. La tomba che da sempre attira
l’interesse dei visitatori è certamente quella di Karl Marx ubicata
nella zona est.
Sul cimitero di Highgate circolano tantissime leggende, la più popolare è con probabilità quella del vampiro del cimitero.
La leggenda ha origine nella Londra del 1862, quando l’esumazione del
corpo di Elizabeth Siddall, morta 7 anni prima, portò alla luce dei
resti perfettamente integri, come se la donna stesse ancora dormendo.
Nei giornali si parlò molto del fatto ma tutto si spense in una bolla di
sapone, fin quando 100 anni dopo, due ragazze di passaggio da Swain’s
Lane raccontarono di aver visto alcuni corpi uscire dalle proprie bare.
Da allora gli avvistamenti di fantasmi e del presunto vampiro, una
figura alta vestita di grigio, si sono susseguiti fino agli anni
novanta, divenendo un vero e proprio mito capace di coinvolgere i mass
media in una gara alla notizia più spaventosa.
Sean Manchester,
l’occultista che più si è interessato al caso del vampiro, ha più volte
trascorso la notte al cimitero armato di piccone e paletto come un
perfetto Van Helsing e giura di essersi più volte trovato faccia a
faccia con gli ipnotici occhi del vampiro.
Fantasmi e vampiri a
parte, una visita al cimitero di Highgate, per chi va a Londra è
consigliata soprattutto per la bellezza del luogo.
C’è un luogo a Londra dove le anime di molti nobili e un gruppo di
corvi sono tenuti prigionieri, senza possibilità di fuga. Se sulla
presenza dei fantasmi non mettiamo la mano sul fuoco, garantiamo però
per quanto concerne i sinistri volatili. Secondo la tradizione, il
giorno in cui spariranno i corvi dalla tower of London, la monarchia
cadrà.
La torre di Londra è un antichissimo edificio risalente
all’anno 1000, fortemente voluto da Guglielmo il conquistatore. Benché
la si identifichi come “torre”, si tratta in realtà di un complesso
molto vasto formato da 21 torri differenti e vari edifici che nel corso
degli anni sono serviti come residenza reale, fortezza, prigione e
perfino zoo.
Tuttavia se le pareti di questo luogo potessero
raccontarvi la loro storia, probabilmente essa sarebbe tra le più
infelici di tutta l’Inghilterra: la torre è stata sede di atrocità e
tortura, rinomata per i marchingegni diabolici messi a punto al suo
interno, primi fra tutti la cicogna e la ruota. Nei mille anni dalla sua
costruzione ai giorni nostri, sono stati brutalmente uccisi nobili,
uomini dal credo religioso “sbagliato” o oppositori della corona.
L’intero complesso fa ancora bella mostra di se sul confine fra borgo
Tower Hamlets e Tower Hill. È aperto ai turisti tutti i giorni dell’anno
dalla mattina al pomeriggio al prezzo di 17 sterline. Oltre a tanti
segreti e dolorosi ricordi, la torre custodisce i gioielli della corona.
Gli spazi dall’aurea più sinistra sono:
La torre bianca, costruita da Guglielmo il conquistatore nel 1078,
utilizzata nel corso degli anni come forte, luogo di tortura e prigione.
È la torre più antica del complesso. Nel 1255, in un clima di crescente
anti-semitismo, un numero imprecisato di ebrei venne imprigionato ed
ucciso. Ubicato nei suoi sotterranei, c’è “little Ease”, un carcere
disumano caratterizzato da cellette minuscole dove i prigionieri erano
condannati a rimanere perennemente eretti senza potersi piegare o
muovere. Nel 1600, alcuni scavi hanno portato alla luce due piccoli
scheletri che qualcuno ritiene essere quelli dei principi/bambini
Edoardo V e Riccardo duca di York, eredi al trono inglese e
misteriosamente scomparsi fra le mura della bloody tower.
La
bloody tower, eretta da re Enrico VIII per ragioni di politica
difensiva, è un altro edificio che si è guadagnato il suo sinistro
soprannome nel corso dei secoli a causa delle barbarie perpetratesi
nelle sue anguste celle.
La porta dei traditori, dalla quale
passavano tutti i prigionieri destinati alla morte.La lista dei morti
nella London tower è così lunga che ci vorrebbero ore per stilarla tutta
e probabilmente sarebbe comunque incompleta, tante sono le storie di
quei personaggi ormai persi nella notte dei tempi.
La maggior
parte dei prigionieri veniva impiccata o decapitata nella collina
adiacente alla torre, la Tower Hill, sotto gli occhi del pubblico
ludibrio. Fra i prigionieri giustiziati compaiono i nomi di William
Wallace, Tommaso Moro, Thomas Seymour , Thomas Cromwell e Guy Fawkes,
impiccato, squartato e decapitato.
I più celebri e sfortunati invece erano decapitati al suo interno. Ecco i loro nomi:
William Hasting, oppositore di Re Edoardo IV.
Anna Bolena, moglie di Enrico VIII da lui stesso fatta giustiziare.
La donna fu vittima di una congiura che contribuì a metterla in cattiva
luce alla vista del re che finì per accusarla di adulterio e
stregoneria. Insieme a lei vennero giustiziate altre 5 persone implicate
nell’affare.
Margaret Pole, contessa di Salisbury. Enrico VIII
la fece giustiziare per sospetto tradimento. Dalle cronache emerge che
la sua morte fu straziante: ultrasessantenne, venne trascinata a terra
dalla sua cella fino al patibolo, dove un boia improvvisato per
l’occasione fallì più volte l’esecuzione ferendola gravemente con undici
colpi prima di riuscire ad assestare quello fatale.
Catherine
Howard, moglie appena diciottenne del re Enrico VIII, colpevole di aver
tradito il re con Tale Thomas Culpepper. Secondo la leggenda le sue
ultime parole furono:”muoio da regina, ma avrei voluto morire da moglie
di Culpepper”. Lo stesso Culpepper e altre due persone vennero
giustiziate poco fuori la torre di Londra.
Jane Boleyn,
viscontessa di Rochford. Fu dama di compagnia di Catherine Howard. Re
Enrico VIII la fece decapitare alla torre colpevole di aver agevolato
Catherine Howard nel suo tradimento.
Jane Grey. Fu regina per
soli 9 giorni. Quando per acclamazione assurse al trono Maria la
sanguinaria, fece giustiziare lei e il marito Guilford Dudley sospettati
di essere eretici. Jane vide morire suo marito e rimase prigioniera
nella torre di Londra per 8 mesi, prima di essere decapitata a sua
volta.
A causa di questo terribile background, La torre di Londra
è considerato uno dei luoghi più infestati del Regno Unito. Gli
avvistamenti inspiegabili e le testimonianze di eventi paranormali si
succedono dal tredicesimo secolo, quando lo spirito tormentato
dell’arcivescovo di Canterbury Thomas Becket terrorizzò alcuni uomini
che stavano lavorando alla ristrutturazione della torre per conto del re
Enrico terzo, nipote del suo carnefice.
Molti testimoni hanno
inoltre riferito la presenza di due ombre minute che la notte sono
solite aggirarsi fra i corridoi della Bloody Tower tenendosi per mano.
Una guardia che ebbe un incontro ravvicinato con le due presenze,
riferì che erano vestite con un pigiama bianco, lo stesso indumento
indossato dai piccoli principi scomparsi nella torre e che secondo
l’opinione popolare sarebbero stati uccisi da re Riccardo III.
Ma il fantasma che sembra trovarsi più a suo agio all’interno della torre è sicuramente quello di Anna Bolena.
Se è vero, come molti ritengono, che i fantasmi siano emozioni di
individui morti violentemente o senza averne consapevolezza, congelate
in un “loop” temporale, Anna Bolena potrebbe per davvero essere
imprigionata eternamente in quella che fu la sua prigione da viva,
incapace di uscirne.
Le guardie della torre affermano di aver più
volte visto la sfortunata regina aggirarsi con il volto occultato da un
velo o addirittura senza la testa.
Uno degli eventi più inspiegabili
riguarderebbe la contessa di Salisbury. Le guardie che trascorrono la
notte all’interno della torre affermano di aver rivissuto i drammatici
momenti della sua morte e la sua disperata fuga dal boia che tentò di
infliggerle il colpo di grazia.
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