Un giorno un giovane pescatore, ancorata a riva la sua barca carica
del pescato del giorno, si mise ad aspettare l'arrivo dei suoi aiutanti e
nell’attesa si addormentò.
La corrente del fiume trascinò
lentamente la sua imbarcazione in acqua e soltanto quando questa urtò
uno scoglio, l'uomo si svegliò improvvisamente. Era però ormai troppo
tardi, la barca si stava inesorabilmente avvicinando alla cascata e al
giovane non rimaneva altro da fare che aggrapparsi e pregare. Destino
volle che, miracolosamente, il pescatore riemerse illeso dalle
perigliose acque. Il giorno seguente raccontò a tutti la sua avventura,
ma la gente non gli credeva e lo additava come impostore. Il pescatore,
offeso dall’atteggiamento della gente, disse che avrebbe ripetuto
l’impresa per convincere della sua sincerità: se era riuscito a
sconfiggere le cascate del Reno nel sonno, non avrebbe avuto difficoltà a
cavarsela in stato di veglia. Il giorno seguente il pescatore andò di
nuovo sulla riva presso le cascate del Reno. Le persone che assistettero
alla sua impresa raccontarono di aver visto la sua barca vacillare fra
le sporgenze rocciose e venire inghiottita da un'enorme massa d'acqua.
Il Reno restituì soltanto alcuni detriti dell'imbarcazione di legno, ma
del cadavere dell'uomo nessuna traccia. Il pescatore era stato vittima,
come molti altri prima di lui, di un insidioso vortice sotto le cascate.
Da quel giorno sul fiume, nelle notti di luna piena, è ancora possibile
intravedere la sagoma spaventosa del pescatore, che lotta con furia le
onde a bordo della sua piccola barca, per poi scomparire nel profondo
delle acque della cascata senza lasciare alcuna traccia.
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