Le case dei fantasmi

Le case dei fantasmi

venerdì 10 luglio 2015

La reggia di Versaille e lo spirito di Maria Antonietta


Versailles è stata la residenza reale di molti regnanti francesi. La cittadina di Versailles si trova poco distante da Parigi e proprio per il suo distacco dalla allora caotica Parigi, il giovane Re Sole la scelse come dimora. Vi regnerà per tutti i 72 anni della durata del suo regno e lo stesso faranno i suoi discendenti, fino all’arrivo di Napoleone. La residenza sarà comunque sfruttata da tutti i capi di stato e ancora oggi il presidente francese se ne serve per tenervi gli incontri di stato più importanti. Pensare a Versailles come una semplice reggia è riduttivo: Versailles è un villaggio nella reggia; il complesso comprende 3 edifici principali: Versailles, il grand Trianon e il piccolo Trianon, sono inoltre presenti numerosi altri edifici nella città. i giardini barocchi sono fra i più grandi del mondo, si estendono per oltre 800 ettari nei quali si trovano fontane, laghi artificiali e canali. A Versailles è stato istituito da Luigi Filippo il museo storico più grande del mondo, il museo di Versailles.
Tuttavia, la reggia di Parigi che oggi fa bella mostra di se davanti tutti i turisti e visitatori del mondo, è stata spesso teatro di drammatici eventi: a Versailles o mentre vivevano li, sono morti (alcuni fra loro anche assassinati) Martial De Lomenie, il Re Sole, Re Luigi XVI e la sua consorte Maria Antonietta.
Proprio lo spirito di quest’ultima sarebbe stato visto aggirarsi nella zona del Trianon, dove la regina soleva trascorrere le sue giornate. Il 10 Agosto del 1901 Anne Moberly e Eleanor Jourdain, la preside e la vicepreside del college St. Hugh di Oxford si trovavano in visita a Versailles. La loro storia ha dell’incredibile e tuttora suscita pareri contrastanti. Le donne, che vollero rimanere anonime fino alla loro morte, si erano smarrite alla ricerca del piccolo Trianon. Vagando nei grandi spazi aperti di Versailles superarono una piccola casa colonica, quando incrociarono sul loro cammino due uomini che indossavano una lunga veste grigio-verde e un cappello a 3 punte. Chiesero loro la direzione per il piccolo Trianon e questi gli indicarono un sentiero da seguire. La sensazione provata dalle due donne, avvicinandosi a queste figure, venne successivamente descritta come di angoscia pura. Seguendo le indicazioni giunsero ad una sorta di gazebo all’ombra di alcuni alberi. In piedi, al centro del gazebo le stava fissando un uomo dall’espressione maligna e con il volto butterato dal vaiolo. Improvvisamente, qualcuno che non riuscirono bene a guardare in faccia, gli passò dietro e gli disse di andare subito via perché quella non era la strada giusta per il piccolo Trianon. Senza ricambiare le occhiatacce dell’uomo sotto il gazebo, fecero marcia indietro e si avventurarono su un rustico ponte che li condusse in quello che, all’apparenza, era il piccolo Trianon. Davanti ad un edificio, seduta su uno sgabello, c’era una donna in abiti antichi e con una sciarpa verde sbiadita al collo. La sensazione di tristezza che in precedenza le aveva attanagliate ora era divenuta ancora più acuta. Dall’edificio uscì un uomo, aprendo e richiudendo la porta rapidamente: era un valletto che stava servendo da bere alla signora; disse loro che l’ingresso al piccolo Trianon era sul retro. Fecero il giro, entrarono e si accorsero che dentro si stava tenendo una festa di nozze. Abbastanza confuse e spaesate decisero di abbandonare il luogo e far ritorno alle proprie case.
Alcuni giorni dopo i fatti, le due accademiche stavano discutendo di questi strani incontri a Versailles. Confrontandosi, notarono con loro grande stupore che alcune delle figure che Moberly aveva visto non erano stato viste da Jourdain e viceversa. Ad esempio, la donna seduta in abiti antichi, Jourdain non l’aveva vista. Le coincidenze da qui però si fanno inquietanti: indagando sulla storia di Versailles, le due scoprirono che la loro visita alla reggia cadde esattamente nel giorno dell’anniversario in cui Maria Antonietta e re Luigi assistettero al massacro di Tuileries, avvenuto al palazzo reale di Parigi, in cui sotto i loro occhi vennero assassinate le guardie svizzere reali. Come se non bastasse, spulciando fra i ritratti e i documenti relativi ad oltre 100 anni prima, si imbatterono nel dipinto raffigurante una donna tale e quale a quella incontrata al piccolo Trianon: era la regina Maria Antonietta, che proprio in quel punto aveva saputo della gogna pubblica che l’attendeva di li a poco. Moberly e Jourdain, a causa della buona reputazione di cui godevano negli ambienti accademici, si vergognavano e non vollero raccontare la storia, tuttavia mantenendo l’anonimato superarono le reticenze e firmandosi con nomi falsi misero per iscritto le evidenze per le quali, a detta loro, l’esperienza avuta era reale. Le prove si basavano sul fatto che quanto da loro visto era uno spaccato della Versailles di 100 anni prima, che loro non potevano conoscere poiché da allora la reggia era notevolmente cambiata. Videro un aratro, presente a Versailles nel 1789, un piccolo ponte, che esisteva in quel periodo e che nel 1901 era già stato smantellato. I due uomini in verde corrispondevano alle descrizioni delle guardie svizzere della regina, mentre l’uomo con l’espressione maligna richiamava alla mente il conte di Vaudreuil. Infine, la porta da cui è uscito il cameriere, al momento della loro visita a Versailles, era già stata murata da molto tempo. La reputazione delle due donne, che non avevano motivo per esporsi così alla berlina, lascerebbe ben sperare sulla loro buona fede, ma alcuni elementi di questo controverso racconto sembrano davvero esagerati e sospetti. Alla loro morte i nomi delle due saltarono fuori e gli esperti condussero accurate indagini sul loro conto: secondo W.H. Salter, alcune delle descrizioni messe nero su bianco in merito al piccolo Trianon nel 1789, sarebbero state realizzate qualche anno dopo il 1901, cosa che avrebbe dato il tempo a Moberly e Jourdain di cercare informazioni dettagliate su Versailles. Ammesso che ciò sia vero, resta però da capire perché due persone della loro statura sociale si mettano a raccontare storie di fantasmi, rimanendo per di più anonime.

FONTE-->http://enightmare.it/parigi

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