Le case dei fantasmi

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lunedì 31 agosto 2015

IL MISTERO DEL FARO DELLE ISOLE FLANNAN


Le isole Flannan sono un gruppo di 7 isolotti che si trovano nell'arcipelago delle Ercadi esterne, in un tratto di mare molto pericoloso dove in passato persero la vita parecchi marinai, da qui il nome "Seven Hunters" e la decisione di costruire un faro sull'isolotto più grande: Eilean Mòr.
Ci troviamo nell’Oceano Atlantico, precisamente al largo della costa scozzese. Le Isole Flannan fanno parte dell’arcipelago delle Isole Ebridi esterne, sono formate da 7 grossi scogli denominate anche Seven Hunters (sette cacciatori). Questo piccolo complesso di isolotti deve il suo nome al Vescovo Flann, che nel 1600 decise di ritirarsi in solitudine diventando così l’unico abitante del piccolo arcipelago. Fece costruire una modesta Cappella dove dimorò e morì una decina di anni dopo. In questa zona il mare spesso si ingrossa e rende particolarmente difficile l’attraversamento delle navi. Moltissime imbarcazioni che navigavano in quel tratto, a causa della forte corrente finivano per schiantarsi contro le Flannan.Tantissimi marinai persero la vita tragicamente.Per evitare altre vittime nel 1895 venne deciso di costruire un Faro per segnalare la presenza delle Flannan, e per dare un punto di riferimento molto utile alle navi di passaggio.
Il faro venne eretto nell’isolotto più grande: Eilean Mor, a pochi passi dalle rovine della Cappella.
Dalla Società Northern Lighthouses Board vennero reclutati quattro esperti uomini di mare per custodire e presidiare il faro. Ecco i loro nomi:
James Ducat – Capo Guardiano - per 20 anni aveva esercitato in diversi fari in giro per l’Europa
Thomas Marshall – Primo assistente - Marinaio da svariati anni, era un vero lupo di mare.
Donald Mc Arthur – Assistente occasionale e marinaio di grande esperienza.
Joseph Moore - Secondo assistente - L’uomo “chiave” della storia e vedremo presto il perché.

Ogni 15 giorni la nave Hesperus portava viveri, rifornimenti e giornali. Rientrava in Scozia portando con se uno dei quattro guardiani. Trascorse le due settimane successive era la volta di un altro guardiano e così via. Questa era ormai la consuetudine; i giorni, le settimane, i mesi si ripetevano ciclicamente. Il 6 dicembre del 1900 L’Hesperus attraccò con a bordo James Ducat che rientrava dal suo periodo di vacanza. Vennero consegnate le provviste e la posta come sempre. Joseph Moore era di turno per rientrare a casa, mentre il traghetto si allontanava dall’isola salutò i suoi colleghi rimasti sul faro.
Quella fu l’ultima volta che li vide.
15 dicembre 1900. La nave Archtor comunicò alla capitaneria di porto di Oban di aver trovato spento il faro di Eilean Mòr. Cosa molto strana, visto che nel piccolo isolotto si trovavano ben tre guardiani, che fino ad allora avevano sempre rispettato il loro compito. Un quarto guardiano, Joseph Moore, si trovava sulla terraferma, infatti ogni due settimane uno di loro rientrava a casa per restare con la famiglia.
Il 21 dicembre l’Hesperus sarebbe dovuta attraccare a Eilean Mor per i soliti approvvigionamenti, con a bordo Joseph Moore, di rientro dal suo congedo. Ci fu una tempesta fortissima che imperversò per diversi giorni, impedendo alla nave di avvicinarsi all’isola. Finalmente il giorno 26 l’Hesperus attraccò e con grande sorpresa di tutto l’equipaggio, nessuno andò loro incontro come era di consuetudine. Moore diventò sospettoso e affrettò il passo annunciando a gran voce il suo arrivo. Silenzio. Si precipitò nel faro e ci mise poco a rendersi conto che era solo. Dove erano i suoi compagni? Visitò gli alloggi, la torretta e la cucina. Tutto era in ordine, nulla mancava, c’era soltanto una sedia rovesciata. La grande lampada era pronta per essere accesa, piatti e stoviglie erano sistemate con cura. L’orologio era fermo, il fuoco spento. Moore non riusciva a darsi una spiegazione. Esisteva un diario che i 4 uomini avevano deciso di scrivere per tenere in continuo aggiornamento la loro permanenza sul faro. Di questo documento non possiedo fonti certe, perché l’archivio nazionale della Scozia afferma che il diario non è più reperibile. Riporto quindi le annotazioni scritte da Vincent Gaddis in un suo libro edito nel 1977:
12 Dicembre: Vento di tempesta da Nord-NordOvest. Mare molto agitato. Siamo Bloccati. Ore 9 P.M: Onde altissime scuotono il faro, mai vista una burrasca simile. Ducat è nervoso. Mc Arthur sta piangendo.
13 Dicembre: La tempesta è continuata per tutta la notte. Il vento soffia a ovest. Ducat è tranquillo,Mc Arthur prega.
14 Dicembre: Giornata grigia. Io, Ducat e Mc Arthur abbiamo pregato.
15 Dicembre: Il temporale è cessato. Il mare è calmo. Dio veglia su tutto.
Venne immediatamente aperta un’indagine sull’accaduto. Tutta l’isola fu setacciata. Nessun corpo fu mai ritrovato. L’unico indizio utile che permise di effettuare ulteriori congetture fu il ritrovamento di un impermeabile e un paio di stivali. Era l’abbigliamento che erano soliti ad indossare i guardiani quando uscivano dai loro alloggi. L’equipaggiamento di Mc Arthur era al suo posto dentro l’armadietto, mancavano invece gli stivali e gli impermeabili di Ducat e Marshall.
Gli investigatori esposero la loro teoria: Tutto era pronto per accendere il faro, di lì a poco avrebbero cenato insieme. Ducat e Marshall erano usciti a fare il giro dell’isola. Si è teorizzato a lungo su ciò che accadde realmente quel giorno. Tutto fece pensare a un’onda anomala che travolse e spazzò via Ducat e Marshal; Mc Arthur vedendo la scena dal faro, uscì di corsa nel tentativo disperato di salvare i compagni; questo spiegherebbe il perché l’impermeabile era rimasto al suo posto e la sedia fu trovata rovesciata sul pavimento. Mc Arthur abbandonò il faro pur sapendo che il regolamento lo vietava severamente. Una seconda ondata risucchiò anche lui nelle gelide acque dell’Atlantico. Ma allora perché tre uomini di mare, coraggiosi ed esperti come loro avrebbero pianto e pregato il giorno prima di scomparire? Perché Nessun corpo fu mai rinvenuto? Cosa accadde veramente nessuno lo saprà mai con certezza. Questa vicenda ha suscitato l’interesse di migliaia di persone, tenendo sempre vivo il mistero che tutt’ora rimane senza una soluzione capace di mettere d’accordo tutti quelli che hanno cercato risposte esaurienti.
Nel 1971 il faro fu definitivamente automatizzato, ma le anime dei tre guardiani probabilmente sono ancora là, nella “grande Isola” a custodire il faro … e il loro inconfessabile segreto.
Teorie alternative
Le teorie sulla sorte dei tre guardiani del faro sono molteplici, ma nessuna è realmente riuscita a spiegarne la fine; inoltre vi sono diverse storie che alimentano dettagli completamente errati, come ad esempio la famosa ballata del 1912 Flannan Isle

"Così, come ci siamo lanciati alla porta,
abbiamo visto solo una tavola imbandita
per la cena, con carne, formaggio e pane;
ma tutto è integro; e nessuno c'è,
come se, appena sedutisi a mangiare,
o anche ad assaggiare,
l'allarme era scattato, ed in fretta si sono alzati
ed hanno lasciato il pane e la carne,
ed a capotavola una sedia
rovesciata sul pavimento. Estratto dalla ballata Flannan Isle di Wilfrid Wilson Gibson"

Moore, infatti, è esplicito su questo punto.
"Gli utensili da cucina erano tutti in ordine e lucidati, segno che quando sono spariti doveva essere già passata l'ora di pranzo. Joseph Moore"
Le teorie, come dicevamo, sono molte, ma le più plausibili sono le seguenti.
Una, avanzata nel 1955, fa notare come Eilean Mor sia sede di un' intensa attività geologica. Nello specifico, un'immensa grotta sotterranea raccoglie l'acqua dell'alta marea ma, durante le forti tempeste, esplode in un' enorme fiotto liquido verso la superficie. Vedendo dal faro in lontananza alcune onde pronte ad abbattersi sull'isola, McArthur sarebbe corso via ecco il perché della sedia ribaltata e del terzo impermeabile ancora al suo posto ad avvertire i colleghi che si trovavano all'esterno. La mareggiata avrebbe colto tutti all'improvviso, scaraventandoli via. Questa teoria però non spiega perché, una volta giunto sull'isola, Moore abbia trovato le porte ed il cancello chiusi, poiché se McArthur aveva davvero così urgenza da scappare fuori dal faro senza l'impermeabile di protezione, è illogico pensare che abbia avuto l'accortezza di chiudersi le porte alle spalle.

Alcuni credono che uno dei tre uomini abbia ucciso gli altri in un impeto di follia, e ne abbia gettato i corpi in mare. Distrutto dal rimorso, si sarebbe poi lasciato cadere tra i flutti. Questa teoria è interessante, e spiega molti punti oscuri, ma i tre guardiani del faro erano uomini di alta moralità e nervi d'acciaio, e nessuno di loro aveva lamentato crisi psichiche prima.
Altra teoria è quella che ha come protagonista un fantomatico mostro degli abissi, plausibilmente un enorme serpente di mare, giunto sull'isola per banchettare con i poveri faristi. Anche qui, se volete crederci siete liberi di farlo.
L'ultima teoria è quella più affascinante, e narra di uno spirito locale, il Fantasma dei Sette Cacciatori, che recluta le proprie vittime tra le isole del Nord della Scozia. Il 15 dicembre avrebbe fatto visita a Eilan Mor per rapire i tre uomini tra le sue fila.
Il mistero, dopo oltre cento anni, resta immutato.
Oggi c'è chi giura di aver visto i tre guardiani fuori dal faro che guardano l'orizzonte, intrappolati per sempre in questo luogo misterioso.
FONTE-->www.cosenascoste.com
http://www.duepassinelmistero.com/Flannan.htm
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